Denaro

Il denaro, la moneta della Riforma Monetaria di Carlo Magno

denaro di Carlo Magno denaro di Carlo Magno
denaro di Carlo Magno
10 groschen 10 groschen
groschen austriaco
1 grosz 1 grosz
grosz polacco

Il denaro è stata la moneta d'argento diffusasi in Europa alla fine del medioevo. L’insicurezza delle vie di comunicazione alla fine dell’Impero Romano e la grave crisi economica nella quale si trovò tutta l’Europa, infatti, provocarono un drastico ridimensionamento del commercio e degli scambi monetari in Occidente. D’altra parte, in un periodo nel quale le monete avevano un valore intrinseco dipendente esclusivamente dalla quantità di metallo prezioso in esse contenute, l’oro e l’argento necessari per la coniazione erano sempre più rari.

In questo contesto si assistette innanzitutto ad una crescente svalutazione causata dal progressivo impoverimento del titolo delle leghe utilizzate dalle zecche. Inoltre, con la scomparsa di un potere centrale, l'economia e la conseguente circolazione monetaria si confina in un ambito sempre più locale; il risultato è la proliferazione di monete con caratteristiche e valori differenti. L'impostazione dei sistemi monetari, però, rimane quella di Costantino, basata sul soldo d'oro, il denaro d'argento ed il follis in rame. Data la carenza dell'oro, invece del soldo veniva utilizzato più frequentemente il tremisse, con un valore pari ad un terzo del soldo stesso e con un peso di circa 1 g. Per quanto riguarda il valore del denaro d'argento, questo era fissato come 1/12 del soldo.

La proliferazione della coniazione locale delle monete venne fermata con il consolidamento in Europa dell’impero dei Franchi sotto la dinastia dei Carolingi.  Con Pipino il Breve, primo re carolingio (741-768), venne ripristinato il monopolio reale nella coniazione delle monete. Questo sistema, istituito nel 754-755 con l'editto di Ver, si basava ancora, però, sul soldo d'oro dei romani.

Solo durante il regno di Carlo Magno (768-814), figlio di Pipino, si ebbe nel 793-794 la riforma monetaria dalla quale derivarono la gran parte dei moderni sistemi europei. Il sistema monetario venne basato sull'argento a causa della scarsa disponibilità d'oro, che veniva impiegato solo per gli scambi con l'Oriente. La moneta utilizzata da Carlo Magno fu il denaro; il suo valore era fissato a partire da quello della libra d’argento di 409g (contro i 327,45g della libbra romana), dalla quale venivano coniate 240 di queste monete: di conseguenza, il soldo finiva per avere un peso di circa 1,7 g. La libra, che rappresentava la base del sistema monetario di Carlo Magno, era,quindi, solamente un valore di conto, alla quale non corrispondeva nessuna moneta reale in circolazione. Mantenendo il rapporto di 1/12 tra denaro e soldo, risultava che il valore del soldo era 1/20 di quello della libra, ma anche il soldo, però, era solo una moneta di conto legata alla base del precedente sistema monetario.

Il rapporto di 1 libbra/20 soldi/12 denari venne adottato anche nel Regno di Mercia dal re sassone Offa. Come base, però, non venne presa la libra (pound in inglese), ma direttamente l'equivalente del denaro,che era il penny inglese o il pfennig germanico. Grazie all'espansione del Sacro Romano Impero, la struttura del sistema monetario di Carlo Magno si diffuse in gran parte dell'Europa continentale e resisté fino alla decimalizzazione del franco dopo la Rivoluzione Francese. Il sistema introdotto dal re Offa, invece, si affermò nel mondo anglosassone, resistendo con la sterlina fino alla decimalizzazione di quest’ultima nel 1971.

Con il passare del tempo ed il sommarsi degli effetti dell'inflazione, iniziò a diffondersi il grosso, che era un multiplo del denaro, che poteva valere da alcuni denari fino a 12 denari d'argento. Il grosso si diffuse a partire dal 1172 in Italia, dal 1266 in Francia, dal 1300 in Boemia e dal 1367 in Polonia.

Dal nome del grosso deriva il nome del groschen nelle monete austriache, dove rappresenta 1/100 di scellino austriaco, e del grosz nelle monete polacche, dove rappresenta 1/100 dello złoty polacco. In Polonia, in particolare, il grosso era una moneta di argento di 3,2 g e che valeva 12 denari. Dal 1526, poi, vennero coniate monete di frazioni e multipli del grosso, con un peso peso che diminuì progressivamente fino a ridursi a 1.8 g di argento, per poi essere sostituiti da monete di rame dal 1752.